Vecchiette multimilionarie, barboni, adolescenti, criminali, i personaggi più disparati prendono vita nei racconti di Castillo, perfettamente intagliati nel linguaggio, riportando continuamente in primo piano lo sfondo di un’Argentina nitidissima e insieme fuori dal tempo. Storie perturbanti, kafkiane, del “limite”, che hanno indotto la maggior parte dei critici a definire Castillo il più diretto erede di Julio Cortázar. In alcune storie, elementi fantastici si congiungono a quelli umoristico-polizieschi o, ancora, è la vita di coppia che si fa simbolo della battaglia di sopravvivenza quotidiana. Ma per quanto le storie dei cuentos siano attraenti e originali, è lo stile inconfondibile di Castillo a dominare la scena. Una lingua semplice, incisiva ed elegantissima, che danza tra registri colloquiali, linguaggio infantile, monologo allucinato, ma senza mai rinunciare alla coloritura porteña. Ecco che figure e caratteri si distinguono mano a mano nell’affresco, contribuendo alla definizione di un’immagine complessa, permeata da un’ironia grottesca che fa riflettere inevitabilmente sulla condizione dell’uomo contemporaneo e sulle infinite possibilità del reale.
I mondi reali
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Per quanto le storie dei cuentos siano attraenti e originali, è lo stile inconfondibile di Castillo a dominare la scena. Una lingua semplice, incisiva ed elegantissima, che danza tra registri colloquiali, linguaggio infantile, monologo allucinato, ma senza mai rinunciare alla coloritura porteña.